Barche: qualcosa di peggio dell’osmosi – la Delaminazione!
- Gino Ciriaci
- Dic, 14, 2021
- barche in vetroresina
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Barche: qualcosa di peggio dell’osmosi – La Delaminazione!
Tra i materiali di costruzione delle barche, sia in legno che in vetroresina, è chiaro che quest’ultima domina da decenni il mercato della nautica, anche se il legno non è dimenticato, anzi è molto apprezzato da chi fa della barca una passione.
Bisogna ammettere comunque che è la vetroresina che permette la costruzione in serie di tante barche e di tanti modelli.
La vetroresina alla sua nascita venne presentata come un materiale che non richiedeva manutenzione: in realtà, pur essendo un buon materiale, non è esente da difetti ed è utilizzato anche per la costruzione di imbarcazioni da diporto, navi da diporto e anche per imbarcazioni militari, a dimostrazione della sua validità.
Ho scritto spesso dei grandi pregi e dei difetti della vetroresina, tra questi ultimi c’è quello dell’osmosi, che, per quanto possa non avere sempre conseguenze gravi – salvo per il costo sempre elevato della sua eliminazione – è ormai una fissazione di molti di cercare solo, e ripeto solo, se una barca ha questo vizio, tacendo il spesso il fatto che un usato può averne anche di altri, ben peggiori. Il genio spesso spinge broker e acquirente ad affermare che “se una barca non ha osmosi è in buone condizioni!”
Così, ovviamente, ogni tanto una barca viene acquistata perché è stata dichiarata libera da osmosi. La questione finisce quasi inequivocabilmente in Tribunale anche per altri difetti, frequenti in un usato. Bisognerebbe ricordare che è ben noto ad un tecnico preparato ed onesto che non tutte le bolle sono di origine osmotica.
Ma c’è qualcosa di peggio dell’osmosi: ed è ciò che avviene quando si lavora per dare l’antivegetativa e si toglie il gel-coat per un trattamento curativo dell’osmosi. In questo caso,infatti, può capitare di trovare che degli strati di vetroresina sono staccati tra di loro. Siamo di fronte a delaminazioni: un difetto ben peggiore dell’osmosi causato a volte già nel cantiere costruttore da una insufficiente impregnazione del vetro con la resina, come ben si può vedere nella foto che pubblico, o da urti nei trasporti mal condotti via terra o, ancora, da inevitabili flessioni e torsioni dello scafo.
Più facilmente le delaminazioni sono causate dall’età, da una laminazione in ambiente umido o da invecchiamento della resina, e si può rilevare quando si esamina una coperta che è sempre a forma di sandwich.
L’invecchiamento della vetroresina inizia molto spesso
proprio dalla coperta
Facile scoprirlo se le delaminazioni – che vi ricordo essere degli scollamenti tra strato e strato della vetroresina – hanno una superficie meno estesa più difficile da individuare, soprattutto quando si tratta di qualche zona di pochi centimetri quadrati.
In ogni caso le delaminazioni devono sempre essere cercate anche se si acquista una barca di recente costruzione, perchè potrebbe essere stata laminata a risparmio oppure per essere più leggera possibile, ma conseguentemente più elastica.
Nel caso che io trovi zone delaminate, che dimostro ovviamente all’acquirente, devo decidere se intervenire localmente oppure se non intervenire per niente.
Rifare invece tutta una coperta, se i difetti occupano una grande superficie, comporta che i costi per le riparazioni siano talmente alti da non essere sopportabili e di conseguenza si rinuncia ad un acquisto.
Guardando la foto che di uno dei sopralluoghi che mi capita fare, si nota che una parte del tessuto della carena si è staccato facilmente, ma solo in parte, mentre era stato iniziato un intervento per eliminare l’osmosi. La domanda che mi faccio in questi frangenti è: quante altre zone delaminate sono rimaste?
Questo spiega perché, quando faccio una perizia, comincio dalla carena, verificando se vi siano difetti di ogni tipo e problemi ai pattini, al fondo della carena in corrispondenza del bulbo e comunque in ogni parte. Poi verifico anche la coperta e gli interni, così come la condizione dello scafo e delle strutture all’interno. Aggiungo anche che spiego e dimostro nel dettaglio agli acquirenti quello che ho rilevato: questo è importante.
Dimostrare con chiarezza quali sono i difetti rilevati è un obbligo per ogni esaminatore: non faccio mai come fa qualche “esperto” che afferma perentoriamente e con aria di sussiego che c’è osmosi, ma furbescamente senza dimostralo, anche perché magari non ha fatto le opportune indagini sulla carena.
Chi sostiene il falso o tace la verità ne è responsabile legalmente!
Per questo il proprietario di una barca in vendita, ma anche ai lavori, deve essere sempre presente alla perizia per evitarsi guai successivi causati dalla furbizia interessata di chi dichiara difetti alla barca, tutti da dimostrare, suggerendo spesso anche il nome di un cantiere per la riparazione. Qualche acquirente potrebbe pensare ad accordi economici tra il perito e il cantiere riparatore.
Come mi dicono sempre i medici che conosco, se una diagnosi non ti convince, senti un altro medico e confronta i risultati.
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