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Barche in legno: ora o mai più

l'Architetto Gino Ciriaci con il suo Dinghy

La situazione attuale del mercato della nautica è caratterizzata da una bassissima richiesta di barche parallelamente a una grande quantità di barche in legno poste in vendita da tempo, ma non ancora vendute. I prezzi di tutte le barche in vendita sono in questo momento particolarmente bassi e ancor più bassi lo sono quelli delle barche in legno, grandi e piccole.

Oggi si possono comprare barche a motore di 16 o 18 metri a prezzi da gommone. Allora perché non approfittarne, ovviamente tenendo gli occhi aperti e, soprattutto, considerando i costi di riparazione– da sommare al prezzo d’acquisto – e i costi prevedibili di manutenzione, che spesso sono ben inferiori a quello che vi raccontano. Il legno, il compensato marino e, a maggior ragione, il lamellare, una volta ben verniciati durano infatti molto a lungo prima di richiedere nuove verniciature: parlo di anni, non di mesi!

Non è vero che una barca in legno debba essere riverniciata completamente ogni anno.

Questa è una favoletta che vi raccontano in qualche cantiere sperando in futuri continui guadagni, come mi è capitato recentemente di sentire.

La verità è che una barca in legno ben costruita, ben riparata e soprattutto ben verniciata con prodotti adatti, ha bisogno di verniciatura delle murate a smalto dopo 3 – 4 anni, a volte 5, se trattata bene. Se invece le murate sono a coppale, la durata è inferiore.

Se la barca viene tenuta coperta d’inverno con una cappa e se si lasciano aperti oblò e portelli per fare passare l’aria, vi accorgerete che la tanto temuta manutenzione si riduce e non di poco.

Se invece la barca viene lasciata in acqua scoperta e tutta chiusa, esposta continuamente al sole e alla pioggia, è ragionevole ammettere che abbiamo ottime possibilità di trovare poi muffa all’interno, verniciature da rifare e infiltrazioni dall’esterno, a maggior ragione se lo scafo in legno è stato verniciato di blu e non di bianco, come vuole la logica tradizione del Mediterraneo dove il sole picchia forte e fa aprire i fasciame scuri, meno quelli bianchi.

Oggi si possono trovare cabinati a vela di ottima marca e gozzetti a prezzi assolutamente interessanti: perché non approfittarne, per comprare una barca, magari piccola, classica che faccia da tender ad un cabinato più grosso, come spesso ho visto fare con i Dinghy 12 piedi, che sono lunghi metri 3,66?

E perché non pensare ad un gozzetto che, decorosamente armato con una semplice vela al terzo o aurica e con un piccolo motore entrobordo, vi può dare un sacco di soddisfazioni? Non dimenticchiamo che un gozzo va molto bene anche a remi, esperienza da fare nei porti affollati, o avvicinandosi ad una spiaggia.

Insomma perché non tornare, almeno fino a che la crisi non scomparirà, ad una nautica più semplice, direi più modesta, familiare e più in linea con i tempi?


 

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