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Barche in Legno: il Fasciame

una barca in legno dallo splendido fasciame

Il fasciame di una barca in legno di costruzione tradizionale, per tutta la sua vita, si muoverà – il legno, ricordiamolo, è materiale vivo – e le tavole, soprattutto i corsi di fasciame, si ritireranno, almeno nei primi anni dopo la costruzione.

Se poi la barca rimane a terra per qualche mese è ancora più sicuro che i comenti tra tavola e tavola si allargheranno.

L’unica cura, in questo caso, sarà quella di ripetere il calafataggio, ricorrendo all’invergatura (inserzione di una sottile striscia incollata) soltanto nel caso in cui il calafataggio non sia possibile.

Dopo il calafataggio si carteggerà la zona dei comenti per eliminare lo smalto fessurato. Tutta la murata verrà poi carteggiata, senza portare il legno a nudo, quindi riverniciata.

Appare ben chiaro che questi trattamenti piuttosto radicali sono tanto più necessari quanto più il legno si muove, non dimenticando poi che il legno smaltato di bianco si ritira sempre molto meno di quello verniciato con smalti scuri, come il blu, colore tanto di moda.

In una barca a fasciame classico longitudinale il ritiro del legno è evidente sempre attorno ai braccetti degli assi portaelica che sottopongono lo scafo a notevoli sforzi e alla battura, ossia all’incastro tra il corso di fasciame a contatto con la chiglia, e la chiglia stessa.

I movimenti del legno del fasciame possono anche essere causati dall’umidità trattenuta tra le strutture dello scafo, che anneriscono; umidità che però talora viene eliminata scaldando o raffreddando l’interno della barca, a seconda della stagione.

Come appare evidente, se una barca a fasciame longitudinale viene tenuta sempre in acqua e ben ventilata, il ritiro del fasciame sarà ridotto, mentre sottoponendo lo scafo a forti variazioni di temperatura e di umidità avremo sempre nei notevoli ritiri, anche se talvolta lenti. Questi costringeranno come minimo a riverniciare il tutto o, nei casi peggiori, a cambiare le tavole divenute ormai troppo strette, con tutti i costi che ben si possono prevedere.

Tra parentesi faccio notare che cambiare il fasciame, soprattutto nelle poppe curve e piene tipo peschereccio o pilotina nordica, non è un’impresa da poco perché il legno deve essere piegato a vapore per sopportare le forti curvature che gli sono richieste: un’operazione lenta che consiste nel tenere piegato il legno con dei morsetti per diversi giorni in modo che cominci a prendere la giusta forma, concludendo poi con una piegatura ancora più forte da farsi a vapore o direttamente sullo scafo.

In definitiva il mio consiglio è quello di controllare costantemente il fasciame delle vostre barche in legno: piccoli aggiustamenti ed una cura costante prevengono interventi e spese di notevole entità.

Per qualsiasi approfondimento, consiglio o richiesta rimango a vostra disposizione al numero di telefono 335 7021640.

Mi raccomando… “Non prendete fregature!“


 

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2 Responses so far.

  1. vincenzo ha detto:

    Salve, vorrei costruire da me stesso una lancia in legno da mt, 3,50 circa ( ne ho avuta una costruita da un maestro d’ascia di Sciacca nel 1972) e vorrei sapere che pegno usare per le seguenti componenti: chiglia, ordinate e fasciame. Grazie Vincenzo

    • Gino Ciriaci ha detto:

      Egregio sig. Vincenzo, la prego di telefonarmi da domani in poi dopo le ore 16 per poterle dare, se posso, le spiegazioni che lei mi ha chiesto per costruire una lancia. Grazie.

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