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Barche: é arrivato il momento di comprare!

Una barca in rimessaggio

Lo sciagurato periodo dell’emergenza Covid è ufficialmente finito, come confermato in questi giorni anche da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Sapete cos’è successo nel frattempo? Per tre anni ben pochi sono potuti andare all’estero per turismo, ma neanche in Italia, causa le note restrizioni sanitarie, per cui tanti si sono affrettati a comprare una barca, spesso per usarla soltanto come casa al mare, senza neanche mollare mai gli ormeggi.

Purtroppo tanti frettolosi acquirenti, privi di esperienza e di passione per la barca e anche di poca disponibilità economica, hanno tenuto in acqua la barca all’ormeggio per tre anni senza neanche farla mettere a terra, come dovuto almeno ogni anno per un paio di mesi: una cosa salutare per lo scafo, per le prese a mare e le eliche o per far carena.

Immaginate come si può rovinare una barca senza manutenzione!

I prezzi delle barche usate hanno risentito molto della forte richiesta e tanti sono stati rialzati dai venditori diretti, molto più raramente dai broker. Questo perché i broker sanno quale può essere il giusto valore di mercato di una barca e sanno che è stupido chiedere cifre troppo alte e dunque sbagliate, perché non riuscirebbero mai a concludere l’affare. E se non si vende, non si guadagna.

A questo punto negli ultimi tempi le vendite si erano ridotte molto e il mercato dell’usato era praticamente bloccato.

Faccio notare che molti acquirenti si erano lanciati all’acquisto di barche di basso prezzo e di ben piccolo valore, senza neanche sapere cosa fosse una barca, come andasse mantenuta, come navigasse, se fosse rivendibile, ma, cosa peggiore, senza sapere in quali condizioni di stato si trovasse al momento dell’acquisto.

Questo è avvenuto soprattutto con natanti, comprati in fretta e furia pur di avere una barca senza neanche esaminarla o farla esaminare fuori dall’acqua, volendo risparmiare per le ispezioni di perizia.

Fidandosi, ingenuamente delle parole del venditore, spesso falsamente rassicuranti.

Il risultato: delusioni, spese a non finire e vertenze in tribunale.

Così sono finiti molti acquisti alla cieca, soprattutto da parte di chi era inesperto e non conosceva neppure le spese da sostenere dopo l’acquisto per tenere una barca all’ormeggio o per i dovuti tagliandi dei motori, o peggio, chi non pensava alle spese di manutenzione o per imprevisti.

Ma peggio ancora, da chi voleva “fare l’Atlantico” senza mai aver avuto una barca a vela. Questa è una situazione che mi si è presentata troppe volte negli ultimi tre anni, soprattutto da parte di persone che prima erano uscite qualche volta per un charter giornaliero con lo skipper e non avevano mai riflettuto sulle condizioni di stato della barca che avevano scelto e alle spese per mantenerla.

Aveva ragione Vittorio G. Rossi, ottimo scrittore di cose di mare che disse: “l’ignoranza totale elimina i dubbi”.

In altre parole chi non sa niente o ben poco di barche, pensa che basti un’occhiata alla barca in acqua per decidere l’acquisto: così, per risparmiare, non facendo fare alcun esame dello stato della carena ad un perito, si sono trovati poi a spendere cifre ben superiori o per riparazioni o per avocati e periti per una causa.

Mi è ormai capitato così spesso che non mi sono chiesto il perché di questi acquisti alla cieca: per risparmiare? O forse per incauta presunzione?

Ne segue che le barche comprate ad occhi chiusi poi le ho trovate in vendita a prezzi che sono in discesa: chi compra una barca poco usata ma parecchio malconcia, che comporta notevoli spese impreviste, giustamente tira sul prezzo per ridurlo al massimo, tenendo presenti le spese necessarie per le riparazioni e le dovute manutenzioni, cioè per eliminare tutti quei difetti emersi dopo l’acquisto, di cui spesso non è facile individuarne i costi prevedibili in cantiere.

A quel punto sento frasi che irritano tutti quelli che lavorano nella nautica, me compreso: “la nautica è piena di ladri”.

A volte si può essere d’accordo se si parla di proprietari furbacchioni, che vogliono guadagnare vendendo una barca e magnificandone le qualità.

Va anche detto che molti acquirenti di barche sono stati attirati da prezzi bassi, a volte troppo bassi: più un prezzo è basso, più la barca è interessante, ma questo vale solo per loro, ingenui, non abbastanza competenti e un po’ presuntuosi.

Questo è un errore frequente soprattutto quando si parla di natanti. Errore, perché si deve sempre paragonare il prezzo d’acquisto con le condizioni di stato e di manutenzione della barca: più il prezzo è basso, più bisogna chiedersi perché. E chi pensate che possa capirlo? Non certo chi compra una barca ad occhi chiusi.

Ne segue il mio consiglio: fatevi aiutare da competenti, ma competenti e abilitati sul serio, non dal solito amico “esperto” che, non essendo un perito, non ne sa abbastanza: ricordate che chi meno spende all’acquisto, spenderà di più dopo.

Vogliamo parlarne?

Non dimenticate che il mercato dell’usato si sta riprendendo velocemente: non dormiteci sopra per cercare la barca per voi. Domani potreste arrivare troppo tardi: le barche si stanno vendendo rapidamente ormai: cercale subito.

E se volte saperne di più su modello di barca che vi interessa, potete sempre telefonarmi – senza tenermi per ore al telefono – (grazie!): potremo scambiarci utile notizie e consigli.

Arch. Gino Ciriaci , telefono 335/7021640.

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2 Responses so far.

  1. Nicola Calarco ha detto:

    Ho letto con interesse il suo articolo che condivido pienamente. Ho una piccola osservazione da farLe, una perizia seria comprende la visita a terra dell’imbarcazione, la prova in acqua dell’imbarcazione e dei relativi strumenti e poi l’analisi dell’olio del motore o dei motori. A tutto questo si aggiunge un alaggio, un varo e l’eventuale “parcheggio” dell’imbarcazione presso un cantiere. Tenga presente che l’imbarcazione non si trova spesso dove risiede il perito. Tutto questo ha un costo che varia da 2.000,00 a 5,000,00 euro. Facciamo una media al ribasso e diciamo 3.000,00. Un eventuale compratore che ha un baget di 30.000,00 e deve sobbarcarsi anche le spese per il trasporto della barca dal nord al sud o viceversa può anche andare incontro ad un’altra spesa così importante per il perito? Logicamente mi riferisco alla maggior parte di vogliosi compratori di barche che hanno solo e solo quel baget e le assicuro che sono una grande maggioranza. Logicamente il discorso cambia quando si tratta di compratori danarosi. Cordialità Nicola Calarco

  2. Antonio Serpi ha detto:

    esiste anche un’altra categoria di compratori di barche. Io ho comprato una piccola barca a vela dopo aver chiuso la mia attività commerciale, ero un restauratore, mi sono trasferito a vivere fuori città ed ho realizzato un sogno che covavo da tempo: restaurare una barca a vela e lo sto realizzando. Le confesso che provo piu soddisfazione a lavorare in cantiere che a navigare. Sembra strano ma è così che dopo la prima è arrivata la seconda che terminerò a breve.Chiaramente poi le venderò anche perchè ho una certa età e non mi interessa piu navigare . L’ho già fatto quando ero giovane e qualche miglio anche oceanico l’ho percorso. Comunque concordo in pieno da quanto da lei sostenuto nel suo annuncio. la saluto cordialmente Antonio Serpi

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